LA PAURA DI NON ESSERE CAPITA LA COMBATTO INDOSSANDO UN PALTO’ VINTAGE

Quando si dice che lo shopping è terapeutico…

E’ proprio vero. Le scorse settimane per me sono state caratterizzate da una morsa alla bocca dello stomaco. Una serie di cose che si sono susseguite, una dietro l’altra, senza lasciarmi modo di pensare, di riflettere e di capirmi. Perché come dico sempre io, non possiamo pretendere di essere capiti dagli altri se non facciamo lo sforzo di comprenderci noi per primi.

Io, in questi quasi trent’anni di convivenza con me stessa questo sforzo lo conosco bene. Ho fatto in modo di obbligarmi ad esami di coscienza ogni tanto per scorgere dentro di me sia il lato buono che quello cattivo. Eppure, anche se sono certa di non peccare di presunzione dicendo che mi conosco fin troppo bene, non riesco a far trasparire lo stesso agli altri.

Così, concedetemi un piccolo sfogo ma, a distanza di tempo mi porto dietro alcuni scheletri depositati nell’armadio che ho cercato di spingere così a fondo, dietro ai bei vestiti, che a furia di spingere sono riuscita ad aprire un solco spazio temporale che porta a Narnia. In quell’armadio, dove nascondo le lacune e le paure non vorrei dover seppellire anche alcune vecchie amicizie.

IMPARARE A CAPIRE SE STESSI

Perché le amicizie si dividono in due gruppi. Gli amici che anche a distanza di tempo ci sono sempre e quelli che, al contrario si danno alla macchia. E allora, direte voi, non erano vere amicizie. Ma dobbiamo comunque fare i conti con noi stessi, e con quello che noi abbiamo investito nella parola amico. Io tendo a guardare sempre la mia parte prima di giudicare quella delle altre persone. Perché la sera, vado a letto con i miei pensieri, con la mia testa; tiro le somme.

Ma ultimamente, sarà che non sono brava in matematica, ma queste somme non mi tornano. Vorrei desistere dal pensarci ma purtroppo il che mi urta i nervi. Mi chiedo perché gli altri sono sempre così emblematici, anche quando si trovano a dover fare i conti con me che sono un libro aperto.

Così inizio a pensare a quello che sono, a quello che vorrei essere a quanta strada mi separa dai miei sogni… e scatta la paura di non essere capita. Mi domando cosa traspare veramente di me… Se in queste foto vedrete soltanto il paltò di Escada, frutto di una svendita vintage improvvisata allora vorrà dire che non mi conoscete veramente e vi chiedo di farlo al più presto.

Perché quando ho acquistato questo cappotto ho pensato subito, nella curiosità a chi fosse stato il suo proprietario prima di me. Come lo aveva abbinato, in che occasioni. Mi sono immaginata una donna Slovena d’altri tempi, generosa e bellissima che sapeva farsi benvolere da tutti e poi mi sono detta. In qualche modo, sarò anche io all’altezza??

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Ph Credits Eleonora Milano

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