I viaggi sono da sempre sinonimo di sogni che si realizzano, proprio come le mete che i turisti decidono di visitare e scoprire. Ma se pensiamo alle destinazioni ieri e oggi, cosa è cambiato?
In realtà di cose che hanno preso una forma diversa nel mondo del turismo ce ne sono molte, a spiegarne alcune è il Travel Trough the Generations, report stilato da eDreams con l’aiuto dei dati della società per le ricerche di mercato One Poll. Prendendo come campione 13mila intervistati, di cui la metà genitori in otto paesi, e analizzando le abitudini di viaggio di oggi confrontandole con quelle di cinquant’anni fa, il report ha evidenziato le tendenze emergenti relative al mondo del travel, in particolare il boom delle destinazioni distanti, l’evoluzione dei metodi di prenotazione, il cambiamento dell’età in cui si è intrapreso il primo viaggio e molti altri elementi che hanno portato ad affermare che di cambiamenti ce ne sono stati e di molto profondi anche se per i semplici viaggiatori, soprattutto per quelli più agguerriti, sembra essere rimasto tutto come prima.
Prendendo come primo elemento l’età del primo viaggio fuori dal proprio paese, le statistiche hanno evidenziato che oggi si tende a intraprendere un viaggio internazionale in età molto più precoce rispetto al passato. Il primato va agli europei, nello specifico ci sono, al primo posto i tedeschi che mediamente fanno il loro primo viaggio all’estero a soli 9 anni, seguiti dai francesi e dagli svedesi che partono a 11 e 12 anni, anche se per quanto riguarda la Svezia l’età effettiva del primo viaggio è davvero bassa, si aggira intorno ai 2 anni, mentre quella dei bambini portoghesi è di circa 5 anni. A tutti gli effetti l’Europa si è aggiudicata questo primato con semplicità, basti pensare che l’età media mondiale per il primo viaggio all’estero dei bambini è di 13 anni. Importante però ricordare che si parla di età media, quindi ci sono eccezioni di paesi ed età.
Curioso il confronto con le abitudini di viaggio dei genitori, oggi il bambino ha il triplo delle probabilità di intraprendere un viaggio all’estero rispetto a loro. I Baby Boomer (persone dai 50 anni in su) solitamente sperimentavano la loro prima vacanza internazionale a 19 anni ed era un’eccezione, non certo la regola come invece siamo abituati a pensare oggi. Il viaggio all’estero in questi anni è considerato una normalità, un luogo come un altro, bello e interessante, ma non certo qualcosa di eccezionale come lo era per i giovani di qualche generazione fa. A dare maggiore impulso a visitare più paesi stranieri possibili prima dei 30 anni ci si è messo anche Instagram con l’hastag #30before30, che sembra essere una sfida (#30 paesi prima dei 30 anni). I suoi 37mila post sembrano apprezzare e, a quanto pare, accogliere volentieri la sfida.
Quando si parla di destinazioni possiamo fare una distinzione ben precisa tra i viaggiatori europei, che preferiscono mete distanti e fuori continente (più del 55% rispetto all’infanzia) e viaggiatori americani che invece hanno un’altra tendenza; il 94 % di loro sceglie di trascorrere le vacanze nel paese di residenza.
Destinazioni, età, tendenze, sono tutti elementi che evidenziano ancora una volta quanto oggi e da sempre il viaggio rappresenti una parte importante della vita delle persone che, chi più chi meno, non rinunciano a concedersi un po’ di evasione.











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ottimo post!