Sette frasi assurde che ho sentito da quando sono blogger
Per farvi capire in cosa consiste il lavoro che faccio ho pensato di scrivere un articolo partendo dalle domande e affermazioni più assurde che ho sentito in questi cinque anni di blog.
Ne ho selezionate sette, le più belle tra le tante frasi assurde che ho sentito pronunciare alla gente da quando faccio questo mestiere. In realtà mi hanno fatto capire quanta disinformazione c’è sul mondo del blogging. Sfatiamo questo alone di mistero e facciamoci una risata per capire meglio come funziona.
“AH È VERO TU HAI QUEL SITO DOVE VENDI….” – Avere un blog personale o un blog magazine non significa vendere nulla. Con la mia partita iva non potrei neppure. Ma in tantissimi quando parliamo del lavoro delle blogger, del mio nello specifico, se ne escono con questa frase infelice. Cosa fa una blogger con il suo sito è molto soggettivo. Avere uno spazio online da dedicare alle proprie passioni è una cosa, avere uno spazio molto seguito da diversi utenti unici giornalieri può veicolare a sfruttare a proprio favore la visibilità. Per questo si parla di collaborazioni con le aziende. Di fatto questo è il nostro guadagno principale, assieme all’inserimento di link per il SEO. In questo modo le Web Agency utilizzando, siti ben indicizzati portano traffico ai propri clienti tramite i motori di ricerca.
“HAI FINITO DI ANDARE SEMPRE IN GIRO?” – E’ la domanda che mi fanno più spesso. Se la smettessi di viaggiare forse sarebbe meno interessante seguire i miei contenuti: ergo non lavorerei. Fermo restando che molti progetti travel sono strutturati dagli sponsor che investono sulla mia immagine e su quella delle colleghe che viaggiano con me. Non posso stare a casa di continuo, perché se non lavoro non posso dare da mangiare alle mie bambine. Se però volete ospitarci a turno a casa vostra e mantenere il nostro tenore di vita medio alto, ok.
“Ah ma allora sei una modella… tu sfili?” Io? ahahah una modella. No comment.
“Ti ho fatto un regalo, così lo puoi postare sul tuo blog” Che tenerezza! Sì potrei postare il tuo regalo sul mio blog, però dopo aver smaltito le altre 500 mila cose da fare, lavorativamente parlando. Se avessi tempo potrei. Però il mio lavoro non è solo questo. Ci sono tante altre cose da fare ogni giorno. E’ come dire ad un commesso di vendere un maglione che ha ricevuto in regalo, oppure ad una barista di servire l’acqua del rubinetto. Non so se rendo l’idea.
“Perché non mi fai un po’ di pubblicità?” Risponderò a questa domanda con un’altra domanda. Quando tu vai dal dentista o al supermercato, chiedi di fare la spesa gratis?
“Ah, quindi tu sei una Chiara Ferragni 3.0!” – Perché? Io sono io, ognuno di noi ha la sua identità. Mi piace condividere pezzi della mia vita, stimo le mie colleghe, ma non voglio essere come nessuna di loro. Anzi molto spesso sono le altre che fanno quello che faccio io, spacciandolo per loro. Essere creativi, realizzando contenuti sempre diversi, è la cosa che più mi appassiona di questo lavoro. Quindi mi offende sentirmi chiamare come un’altra, anche da chi usa un linguaggio cybernetico.
“Non posso più collaborare con te perché non ho visto i risultati di questa collaborazione”- E’ capitato davvero poche volte che qualcuno mi dicesse così. Le aziende che investono sul nostro prodotto sanno benissimo che non si può quotare in termini di vendita il digital marketing. Però lo si può fare in termini di visibilità. Lo puoi fare digitando il nome del tuo negozio o della tua attività online se il primo risultato che trovi sui motori di ricerca proviene dal mio blog allora, fatti delle domande. Grazie a statistiche e quant’altro, possiamo generare un report completo. E con questo torniamo diretti al punto 1. Noi non vendiamo niente.
ottimo post.