Avreste mai pensato che un giorno sarebbe stata un app a farci sentire liberi, o quasi, di esprimere noi stessi attraverso il sesso? Perché è di questo che si parla, sentirsi liberi; senza essere additati come dei maniaci perversi o peggio ancora.
C’è una rivoluzione sessuale, soprattutto nel mondo tecnologico, in cui tutti possono essere chiunque: guardoni, curiosi, gay e bisessuali, basta immedesimarsi in un’altra persona, crearsi una vita parallela che subito la nostra sensualità emerge, facendoci atterrare magari su chat di sexting o inviare foto hot a perfetti sconosciuti
Secondo Cristina Portolano, autrice della , tramite Tinder, Grindr e OkCupit (e tante altre) è possibile pensare al sesso come qualcosa di non restrittivo, ma che ti aiuti a sfuggire dal dolore di una storia finita (per esempio) o meglio ancora ad avere una sicurezza ed autostima che ormai avevi intrappolato.
“Non so chi sei”, non è solo un libro sulla sessualità, ma è anche un esperimento sociologico dal punto di vista femminile, con serietà ed un pizzico di ironia ci racconta fatti autobiografici misti a fantasia. Cristina sceglie di puntare sull’intimità e sui sentimenti che ha provato con ogni uomo incontrato su Tinder, anche se per una sera. Attraverso la gestualità dei corpi nudi, che non si avvicinano minimamente alla volgarità, ci mostra come il sesso non deve essere prigioniero del senso di colpa. Il color rosa ci ricorda che è una donna a raccontarsi, anche se spesso possiamo ritrovare la freddezza maschile, presente nel carattere della protagonista.
Questo meccanismo cosi audace di usare il sesso come unica arma di piacere, se da una parte può rinchiudere la nostra sfera affettiva e vulnerabilità, dall’altra parte può essere usato come uno strumento per un’autoanalisi. Il lettore, in questo caso, non è solo un vuvier, ma un protagonista che si deve sentire libero di essere ciò che è.
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LUKA NEZIRI
molto interessante.