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Non diamo niente per scontato, una città può trasmettere diverse emozioni in base al momento della nostra vita in cui la visitiamo.  Io, personalmente, amo quando le città diventano un territorio intimo che posso prendermi la briga di girare con comodità e non da turista. Conosco Parigi profondamente dalla prima volta che mio padre ci ha portato qui in viaggio quando avevo solo 10 anni. Ne sono passati ben 21 da quel momento e ovviamente sono cresciuta nel frattempo.

Ci metto piede per la mia, non so quantificare quale, volta e mi sembra di essere in una città diversa. Sarà cambiata l’atmosfera ma io per prima sono diversa. Parigi è una città piena di ferite eppur sempre bellissima; quando si dice l’apparenza inganna. E forse io queste ferite le vedo ancora, riesco a scorgerle nel tramonto, in una giornata che sta per finire mentre la Senna e i palazzi si sfumano di un color pesca che parla più di mille lettere d’amore.

L’amore è ovunque lo vuoi vedere, diciamo che in molti lo vedono a Parigi perché è tra le città più romantiche che esistano, io lo vedo anche fuori da casa mia ad esempio. A Parigi giochi in casa: dall’architettura al piccolo bistrot ogni angolo è amore. Riesce a trasformare la tua empatia del momento in un solido pensiero e ti da la sicurezza che ogni tuo sogno può diventare realtà.

 

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Così, la mia fervida immaginazione ha voluto raccontare una storia che io per prima ho visto attraverso i miei occhi e l’ho condivisa con le immagini. Qualcuno lo chiamerà pensiero astratto, per me è essenza. Dal biscotto sul cuscino della mia camera d’albergo all’Hotel Regencia che mi ricordava quanto scegliere Parigi come meta fosse sempre una “Good Idea“, ai momenti di vita conviviale per assaporare il cibo francese. Mangiando tapas e aragosta al Lobster Bar o un croissant al jambon seduta davanti al Museo del Louvre. Guardare il cielo azzurro in una giornata di sole caldissimo quando è pieno inverno. Passeggiare su Rue George V tra le maison più famose al mondo.

La convivialità di condividere con qualcuno un momento speciale, come il primo giorno sorseggiando vin rosé a quel tavolo per due infondo alla sala del Restaurant Le Cappiello assaggiando quei sapori che già conoscevo rivisitati sapientemente. Questo intendo quando parlo di aprire la vista a nuovi orizzonti, perché niente può essere uguale la seconda volta che ne entri in contatto.

E ho salutato la città, l’ultima sera, ritornando alle mie origini, quando ho rivisto po’ d’Italia in me e ovunque noi vogliamo che sia. Parigi non poteva essere da meno, così all’ultima estremità degli Champs-Élysées da Nolita con vista sulla Tour Eiffel illuminata ho mangiato la pizza ed uno spaghetto al pomodoro che difficilmente dimenticherò. Come non dimentico nessuno dei miei viaggi, perché torno sempre diversa da come sono partita.

 

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Elisabetta Bertolini

The author Elisabetta Bertolini

Nata a Cremona nel 1987, Elisabetta Carlotta Bertolini è una blogger e influencer appassionata e fantasiosa, sempre attenta alle ultime tendenze della moda. Diplomata al liceo artistico, alterna la sua vita da blogger fashionista a quella di dolce mamma della piccola Gaia. Il suo blog nasce nel 2013, esattamente il 27 marzo, e in soli due anni si afferma come uno dei più seguiti a livello nazionale e internazionale.

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