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Se chiudo gli occhi mi ricordo quando mi hai insegnato ad andare in bicicletta, hai tolto le rotelle e mentre lo facevi io già ero sicura di non farcela. Poi, senza rendermene conto mi sono girata a bordo della mia piccola bici e tu eri lì ad applaudirmi e io stavo pedalando da sola. Che conquista! Se apro gli occhi, adesso, riesco solo a vedere come non ho potuto dirti addio e non volermene ma rivivo ogni momento nella mia testa, come se ancora fosse tutto davanti ai miei occhi.

L’ultima volta che ci siamo visti, per quanto possa ricordare era il 23 febbraio. Non ti chiedevo mai niente ma stavo passando un periodo molto cupo, la nuova terapia, questa malattia che mi faceva tremare e mi impediva di uscire di casa per paura che gli altri non capissero. Avevo deciso il 13 dicembre, dopo l’ultima visita dal medico di non uscire più di casa, mi chiamavi ogni giorno e mi chiedevi quando avrei notato dei miglioramenti nella cura che stavo facendo e io non riuscivo a dirti altro che c’era da aspettare un pochino, bisognava fidarsi dei medici. E così tu hai aspettato pacatamente di vedermi stare meglio. Poi sono partita per New York e non ci siamo sentiti molto spesso. finché una sera all’evento più importante della settimana della moda ero sola, senza un cavaliere. Così ti ho chiamato e siamo stati al telefono tutto il tempo, sei stato in qualche senso il mio +1 anche se in Italia era tarda notte. Eravamo a tantissime miglia di distanza eppure ti sentivo vicino.

Poi sono tornata e ci siamo rivisti il lunedì 17 per festeggiare insieme il compleanno di Lara. In quell’occasione, per i suoi 4 anni abbiamo scattato delle foto bellissime e ti ho detto: “Non abbiamo tante foto insieme, dobbiamo farne di nuove, perché non si può mai sapere” così ti ho dato un bacio e Diego ha immortalato il nostro ultimo bacio mentre tu dicevi:” Oh, quanto amore, che bella sensazione“. Ci si vedeva poco ma ci si amava tanto, perché noi eravamo uguali e io sapevo la tua più grande soddisfazione era quella di vedermi realizzata. Mentre io, ogni volta che ti vedevo andare via con il bastone, piano piano, non volevo rendermi conto che gli anni stavano passando per tutti.

 

carlo_bertolini

 

QUANDO ANCORA NESSUNO DI NOI PENSAVA CHE IL COVID19 AVREBBE POTUTO ROVINARE LE NOSTRE VITE

Il 23 febbraio, dopo anni che non ti ho mai chiesto niente ma tu hai sempre avuto tante attenzioni per me: mi portavi la spesa con i miei cibi preferiti, le medicine, dolci e pappe buone per le bambine. Beh quel giorno ti ho chiesto se potessi farmi la spesa, perché stavo aspettando alcuni pagamenti e avevo bisogno di una mano. Così sei venuto a prendermi a casa, mi hai portato davanti al supermercato meno trafficato, visto che negli altri stavano già saccheggiandone le corsie ormai vuote, e mi hai dato la tua carta di credito; dicendomi di prendere ciò che volevo.

Ho speso pochissimo, solo 56 euro ma ho fatto una spesa molto consistente. Poi mi hai accompagnato a casa e mi hai ricordato:” Hai preso gli alcolici? Perché quando sarà il momento della pandemia dovremo chiuderci in casa a bere del buon vino, ricordami che devo darti io una bottiglia di vino come si deve” – Così mi hai estratto l’Amuchina, ci siamo disinfettati insieme le mani e poi hai aggiunto: “Io non riesco ad aiutarti con i sacchetti della spesa ma ti aspetto qui, che ne dici se andiamo a mangiarci una bella bistecca?” – Ti ho detto di no, che ci saremmo andati un’altra volta perché ci sarebbero state altre occasioni, a virus passato, e ti ho fatto promettere di non uscire di casa. E tu lo hai promesso. Poi mi hai dato la bottiglia di Prosecco che ad oggi ho messo da parte per quando tutto sarà finito. Quella sera come da promessa ho brindato con del Pinot Blanc Alsaziano che mi avevi regalato qualche giorno prima, scherzando e sottovalutando la potenza di questo virus. Postai il mio Cin Cin su Facebook come sfondo la stampa dello sky line di Manhattan. Tu commentasti sotto che avevi fatto lo stesso con un pinot Rosso perché era eccellente, ricco di polifenoli che sono germicidi.

Credo che quella sia stata l’ultima volta che si siamo visti anche se non ne sono sicura al 100% perché l’indomani mi sono accorta verso il tardo pomeriggio di avere la febbre. Una febbre strana ma che pensavo fosse banale influenza. Il giovedì sarei dovuta partire per Parigi ed era tutto pronto. Tu mi dicesti di non essere pessimista che sarei stata meglio e che avrei fatto una meravigliosa settimana della moda. Solo che molte volte il destino non ci da il permesso di decidere. La notte di mercoledì’ 26 febbraio presa dalle allucinazioni vidi l’ombra di mia madre in camera da letto, pensavo fosse solo per colpa della febbre che giocava a salire e scendere ma non era così. Se avessi saputo che voleva dirmi qualcosa di importante l’avrei lasciata parlare. Ti ho chiamato subito spaventata e mi hai rassicurato dicendomi: “Perché l’hai mandata via? Quando viene nei miei sogni io le dico: Renata vieni, vieni vicino a me, mia sposa“. Peccato che non era un sogno, ero ben sveglia e poi il giorno dopo anche tu ti sei ammalato…

 

continua…

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Elisabetta Bertolini

The author Elisabetta Bertolini

Nata a Cremona nel 1987, Elisabetta Carlotta Bertolini è una blogger e influencer appassionata e fantasiosa, sempre attenta alle ultime tendenze della moda. Diplomata al liceo artistico, alterna la sua vita da blogger fashionista a quella di dolce mamma della piccola Gaia. Il suo blog nasce nel 2013, esattamente il 27 marzo, e in soli due anni si afferma come uno dei più seguiti a livello nazionale e internazionale.

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