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Parola d’ordine: “perdonare sempre” il che non significa condonare che testualmente vuol dire liberare da una pena. Il perdono e il condono sono due cose molto diverse. “Il perdono, quello vero è il momento in cui riesci a sbloccarti da un’emozione passata in cui si è rimasti intrappolati, da un pensiero rispetto a qualcuno o qualcosa che è accaduto e a cui continuiamo a dare linfa vitale; bloccando la nostra” dice Tiziana Giusto Mental Coach e aggiunge: “Prendiamo ad esempio una situazione su cui mi è capitato spesso di lavorare con le mie coachee: il tradimento. Colui/colei che ha tradito ragionevolmente andrà avanti con la sua vita, mentre l’altro continuerà a stare nel dolore, magari giurando che gliela farà pagare, alimentando pensieri disfunzionali e paure, come quella di ritrovarsi a vivere una situazione simile, generalizzando sulle affermazioni riguardo gli uomini (es. sono tutti uguali, fanno i matti per averti e poi ti lasciano per la prima ragazzina che capita…) e tutto ciò contribuisce a bloccarsi senza dare la possibilità a nuova luce di entrare” – Questo è quello che capita a tanti di noi, dopo un trauma relazionale ci rifiutiamo di prendere accettare consapevolmente quanto accaduto e ci blocchiamo, come se fossimo freezati nelle nostre emozioni.

Attenzione, dopo un dolore passare dei momenti di pianto, di imprecazioni, di pensieri vari è del tutto naturale ed è giusto che avvenga, è sempre un lutto che va rielaborato. Il punto è che deve essere un piccolo periodo e poi asciugate le lacrime bisogna ripartire, perdonare, andare avanti. Perdonare non vuol dire giustificare chi ci ha fatto del male, significa invece lasciare il carico emotivo, liberarsi della zavorra del passato per poter andare avanti. Rielaborao, mi lobero, vado avanti…” ribadisce la Mental CoachTutto questo non deve essere scambiato per ingenua generosità, bensì è un atto di sano egoismo per prendere gli insegnamenti dell’esperienza e proseguire. Posso andare avanti verso ciò che desidero solo se mi libero delle catene che mi riportano verso il passato. Se ci pensate bene, il bello del passato è che è SUCCESSO! 

Nei momenti più sfidanti, possiamo aiutarci con il respiro, arma potente che tutti possediamo a costo zero” dice Tiziana. Un esercizio di mindfulness semplice e potente è il seguente: mi fermo, chiudo gli occhi, inizio a respirare lentamente, portando la mia aatenzione proprio sull’aria che entra fresca, ossigena il mio corpo ed esce calda… e poi ad ogni respiro che si farà lungo ed intenso, espirando butterò fuori il loop di pensieri negativi e di paure che alimentano la mia tristezza e mi fanno stare male 

Una vita bellissima che non dobbiamo assolutamente privarci e che va alimentata da pensieri positivi. In caso contrario, non guarisco e mi ammalo.

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PRENDERE CONSAPEVOLEZZA MOLLANDO LE PRESE DELLE MEMORIE DEL PASSATO

Facendo brainstorming assieme a Tiziana la mia Mental Coach, sono arrivata a capire che ciò che importa è la qualità delle nostre memorie. Prendiamo una casistica molto comune. Una mia amica mi dice: “Ho tanti bei ricordi” parla di una relazione di coppia appena finita “sarebbe stato più semplice lasciar perdere se avessi avuto dei pessimi ricordi come per le mie storie passate” – Il fatto di avere bei ricordi è un punto a nostro favore, possiamo scegliere se utilizzarlo come tale oppure in maniera negativa. La mia amica aggiunge: “ In questo modo rimango ferma a pensare a come sarebbe potuto essere e non lo saprò mai” – A questo punto mi vengono in mente due frasi più o meno famose, la prima è tratta da un film con Jasmine Trinca (nel ruolo di Delia) e Riccardo Scamarcio (Gaetano) che dopo averlo guardato mi ha fatto molto pensare. Il film in questione è Nessuno si Salva da solo” e ha il significato in testa. Quasi tutta la trama si svolge ad un tavolo per due, una coppia romana di genitori separati a cena assieme per decidere come dividersi il tempo dei propri figli durante l’estate. Alla fine lui la guarda e dice: «Ti chiedi mai come sarebbe stato se invece di mollare avessimo resistito?» – Dopo anni d’amore fortissimo e le sfumature tra bene e male di un rapporto da considerare malato in cui lui tradisce e lei finge di non sapere per evitare discussioni e di affrontare il problema, ci si fa la guerra del silenzio tra disturbi comportamentali e fragilità trascinate dall’adolescenza. A questa domanda risponde con questa frase che può essere un vero e proprio mantra:

«Non lasciatevi ingannare dalla nostalgia di ciò che “poteva essere”.
Non poteva essere nient’altro. Altrimenti lo sarebbe stato.»

Quello che non poteva essere perché altrimenti lo sarebbe stato” è proprio quella sensazione inconscia che proviamo di non perfezione e completamento durante una relazione sbagliata. Dentro di noi lo sappiamo bene, ma non vogliamo ammetterlo, per tante ragioni. Una di queste è  paura di restare soli al pensiero di dover ricominciare, le altre variano: dalla questione economica a quella del chissà cosa c’è li fuori.  

Quando hai puntato tutto il tuo bagaglio emotivo ed hai messo la vita nelle mani di un’altra persona, una delle prime paure che affiorano è quella che lasciando quella situazione non potrai trovare di meglio. Te lo ripeti così tante volte, te lo ripete magari anche il tuo partner o qualche amica o parente, che alla fine ci credi, credi che la situazione in cui sei è migliore di molte altre. Così accetti di resistere anche se ti fa stare male” – Anche se non vogliamo riconoscerci nelle parole della Coach è proprio quello che accade, perché come mi ha spiegato: il ruolo della nostra mente è quello di proteggerci non quello di renderci felici, per cui tra una situazione che conosciamo ed un’ignota tende a farci restare dove siamo creando mille barriere e credenze che ci portano a non evolvere.

L’essere umano, però è fatto per evolvere. Pensiamo solo all’evoluzione della specie, all’evoluzione delle arti e delle tecniche. Già ci siamo risposti. A questo punto, prima di inoltrarci nell’argomento perdono è necessario fare una valutazione in base alla nostra bussola personale e chiederci prima di tutto “Come mi voglio sentire?”, “Come posso fare per raggiungere quello stato?”, “Di cosa ho bisogno?”. Qui entrano in campo le nostre risorse. “Non esistono persone senza risorse ma stadi d’animo senza risorse” spiega Tiziana Giusto. “Lavorare alla gestione delle emozioni, quelle che spesso ci portano a prendere d’impulso pessime decisioni nella nostra vita. Dobbiamo capire che il primo passo, quello essenziale sta nello smettere di prendere decisioni con la paura

 

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LE PAURE ACQUISITE, COME RICONOSCERLE 

L’essere umano per natura ha paura solo di due cose: la paura di cadere e la paura dei rumori forti. Tutte le altre sono paure acquisite. Paure che subentrano soprattutto nei momenti di fragilità. Per poi renderci conto, con quello che si chiama “senno di poi” che in una condizione differente non avremmo fatto la stessa scelta ma avremmo attinto ad altre risorse legate al mondo in cui io voglio stare.

Mi piace, quindi, pensare al perdono come un regalo che rivolgiamo a noi stessi” conclude la Mental Coach ” Per ringraziare e progredire”- Progredire come non ci è possibile fare quando la paura alimenta le situazioni positive. Facciamo spazio nel nostro ipotetico armadio della mente ai nuovi indumenti da indossare eliminando quelli vecchi che seppur legati ai ricordi ci occupano spazio fruibile in altro modo. E’ come se deponessimo in una discarica immaginaria la zavorra della fatica che porta il peso del passato.

 

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QUANDO ARRIVA IL MOMENTO DI PERDONARE? 

Solo noi possiamo capire quando arriva quel momento, ognuno ha i suoi tempi e il lavoro su se stessi può richiedere più tempo in base al peso emotivo dell’individuo e al carattere. Sicuro è che il nostro cambiamento non verrà visto di buon occhio da chi sta oltre la linea di demarcazione del nostro strato emotivo. Quando torneremo a brillare e ci sembrerà di aver acquisito un point of view totally zen arriveranno le provocazioni sui nostri punti deboli. Molto complicato sarà dimostrare che le vecchie armi contro di te non funzionano più. Sarà quindi necessario togliere il potere di rivalsa a chi ci sta davanti. Come? “Ad esempio lasciandolo sfogare, pensando che non puoi far governare la tua sfera ad un altro, non permettendo alle parole di attecchire su di noi” ci consiglia la coach. Ne saremo in grado? Sì, senza alcun dubbio. La prima cosa da fare è credere in noi stessi, perché è vero che “Nessuno si salva da solo” ma terminato il confronto costruttivo, restiamo noi a fare l’ultimo passo!

 

Post in collaborazione con Tizianagiusto.it

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Elisabetta Bertolini

The author Elisabetta Bertolini

Nata a Cremona nel 1987, Elisabetta Carlotta Bertolini è una blogger e influencer appassionata e fantasiosa, sempre attenta alle ultime tendenze della moda. Diplomata al liceo artistico, alterna la sua vita da blogger fashionista a quella di dolce mamma della piccola Gaia. Il suo blog nasce nel 2013, esattamente il 27 marzo, e in soli due anni si afferma come uno dei più seguiti a livello nazionale e internazionale.

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