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Quando parlavo con mio padre raramente dicevo frasi del tipo: “mi manca la mia mamma” anche se avrei voluto. Ora, raramente lo dico ma ci aggiungerei volentieri: “… e anche il mio papà”.
Ho ricevuto le cartelle cliniche
Non posso crederci che con due tamponi positivi e la respirazione a corto abbia potuto rifiutare il respiratore. Non certo per lasciarlo ad altri ma perché pensava fosse superfluo e gli desse fastidio. Non ha pensato che la sua morte avrebbe causato dolore su altro dolore, dolore da spiegare ai nipotini. Un dolore che già di base non sappiamo spiegarci noi adulti.
Peró il Coronavirus in linguaggio medico SARS-CoV-2 o COVID-19 è subdolo, ti mangia dentro, ti stanca le ossa, i polmoni e non ragioni più, quello che vorresti fare è solo dormire. Così a seguito di una crisi respiratoria, dopo qualche ora mio padre è stato intubato, letto 15, in isolamento terapico, solo. Come siamo tutti, solo nella morte o in uno spiraglio di vita in cui, forse, se migliorano gli scambi tra due settimane ti svegliano e provano a farti respirare senza un tubo in gola. Mio padre non ha avuto quindici giorni perché probabilmente la sua ora è arrivata prima.
Così, come ho sognato qualche giorno dopo l’8 marzo, il giorno in cui se nè andato per sempre, l’ho visto bello sereno, alla guida della sua auto. Sempre e perennemente in terza marcia pigiare sulla frizione bruciata.
Mi disse che si era fatto proprio una bella dormita: “sai Bettina…?” lui mi chiamava così “una di quelle belle dormite serene che non facevo da tanto.” A lui piaceva dormire. Poi mettendo la mano sulla quarta e ingranando la marcia ha aggiunto: “…al termine della quale è arrivato il mio papà, mi ha dato la mano e sono andato via con lui”.
Adesso. Io so benissimo che il Covid ci ha tolto molto tempo che avremmo potuto vivere insieme ma voglio pensare veramente che sia andata così e che quello non fosse solo un sogno. Non so dove stessimo andando, eravamo sul ponte di Po come un pomeriggio normale, un pomeriggio di noi.
Io poi mi sono svegliata serena e lui? Non so dove sia arrivato.

In memoria di Carlo Bertolini morto di COVID19 dopo il trasporto dall’ospedale di Cremona al Niguarda di milano dove gli hanno staccato la spina perché ritenuto incurabile. Gli hanno somministrato quindi un cocktail farmaceutico tramite endovena per accompagnarlo fino all’ultimo respiro. Si è spento alle 12,15 di domenica 8 marzo 2020.

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