Benvenuto 2023 ed è tutto sui social, nel senso che i social padroneggiano la comunicazione digitale. A me è rimasto questo spazio per il quale rinnovo annualmente il dominio e che in passato mi ha aiutato molto a mettere nero su bianco le mie emozioni e a volte anche le paure stesse.
La verità è che faccio i conti con un passato che non mi rappresenta, non so se capiti anche agli altri di dover fare delle scelte per istinto di sopravvivenza per poi accorgersi, (con il senno di poi) che in altre occasioni, con lucidità, non avresti mai fatto. La paura rende immobili, la sopravvivenza fa muovere passi che mai avresti pensato di muovere.
Scendere a compromessi, accondiscendere per i bisogni altrui con il tempo ti mette nella condizione di trovarsi davanti allo specchio e non più riconoscersi. A me è successo questo, sono uscita fuori dalle righe di quelli che sono i miei valori. Gli stessi valori che pensavo essere invalicabili e soprattutto non plasmabili. Di solito i valori hanno radici profonde, se vai a sradicarle significa che stai sostenendo una situazione di disagio tale da non poter fare altrimenti. Per questo mi viene spontaneo parlare di sopravvivenza. Senza gli stessi valori che al tempo mi sono stati insegnati da tempi per me “antichi” mi sono trovata ad oscillare su onde molto alte che non erano mie.
Tre sono le mie più grandi paure: la prima è l’acqua alta e “mossa”. C’è un incubo ricorrente: è lo tsunami che spazza via tutto e ti impedisce di mantenere i legami stretti. La seconda paura è la morte e credo sia plausibilmente un immaginario collettivo che non necessita di tante spiegazioni. Credo che quella inaspettata che non puoi decidere né gestire si la più spiazzante. Per terza sono le vespe e le api che ti pungono e provi per qualche istante un dolore fortissimo che poi nei giorni seguenti si trasforma in prurito. Questa terza paura è diventata ancora più profonda da quando non c’è più mio padre che mi mordeva la pelle per togliere il veleno del pungiglione.
A queste tre paure ne si aggiungono tante altre date dall’essere madre e con la maternità il timore di non esserne all’altezza. Perché i miei malumori e le emozioni possono condizionare la crescita di un’altra creatura. Dicono che sia durate l’infanzia che si costruiscono le basi dell’equilibrio, pensare di essere io ad avere questa responsabilità per qualcun altro mi spaventa.
E poi la solitudine, perché faccio spesso sogni in cui i miei genitori ritornano dalla morte e la prima cosa che gli dico (anche se le situazioni non sono sempre le stesse) e di restare con me e di non lasciarmi più. Perché a 35 anni puoi essere un punto di riferimento per i tuoi figli ma hai bisogno di essere tu stesso figlio allo stesso modo. In equilibrio tra le due cose a volte io vorrei avere qualcuno da cui rifugiarmi per sentirmi meno sola quando la stanchezza mentale si fa sentire e ho paura di non riuscire a gestirla.
Quindi è con una lista di paure che inizio il mio 2023, pensando a ciò che mi è stato tolto e mai più ridato e a quelli che sono stati i miei errori nei quali non riconosco la me più pura. Quella che da bambina non avrei mai pensato di diventare. E con queste ombre che sporcano la mia aura ci sono giorni in cui non riesco ad alzarmi dal letto, a mangiare e a guardarmi allo specchio.
” Teniamo tutto per dopo e dimentichiamo che il “Dopo” non è nostro.
Che le persone ′′Dopo′′ potrebbero non essere più con noi. “
*citazione dal web