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Le mie riflessioni sul drammatico caso di omicidio Giulia Tramontano e del suo Thiago che ha scioccato tutti noi

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L’omicido di Giulia Tramontano, 29 anni da poco,  incinta al settimo mese del figlio Thiago morti entrambi per mano del compagno e padre del bambino Alessandro Impagnatiello ha scioccato tutti noi.

Ed è stata proprio la  morte di Giulia Tramontano a farmi riflettere su quella sottile linea che a volte pensiamo sia abbastanza solida per essere usata come un bordo. Quei bordi che riescano a contenere  quelli che si pensano essere solo scazzi tra le rovine di una relazione tossica. Ho pensato molto a come si fa a riconoscere il momento in cui la persona che da prima ci si addormentava accanto mano nella mano può diventare il carnefice. Quando le stesse mani mollano la stretta con le nostre  e impugnano il coltello per diventare mani killer?   Possibile che accada da un momento all’altro o ci sono situazioni più o meno impercettibili che possono far capire che quello non è semplice stress ma il momento di allontanarsi una volta per tutte.  Quando bisogna iniziare ad avere davvero paura?

Mi chiedo questo e credo di non essere la sola perché quando cose come queste succedono ad una ragazza istruita che non appare una sprovveduta, con alle spalle una famiglia presente nonostante la distanza, è allora che ci fermiamo ancora di più a pensare. A pensare che quella ragazza poteva essere una di noi. E lo era. Giulia era una ragazza molto bella, descritta come una persona dolce, riservata e a tratti un po’ timida. Questa descrizione può essere banalizzata e non mi piace dirlo ma Giulia è una ragazza come tante. Che lavorava in smart working, che preparava il corredino del figlio scherzando su whatsapp con la madre. Giulia era speciale per i suoi cari. Gli stessi che ora non riescono a darsi pace e la piangono davanti a quel garage dove è stato occultato il corpo. E insieme a loro ci sono persone che sono pronte a piangere insieme a loro.

Io ho una mia personale opinione sull’accaduto. Credo che il partner volesse eliminare una delle due vite parallele e che abbia scelto Giulia ad un certo punto perché in quel momento era la più debole.

Personalmente durante tutte le mie tre gravidanze mi sono sentita molto fragile ma al tempo stesso mi facevo forte del fatto che “nessuno” avrebbe mai fatto del male ad una donna incinta. Forse era utopia. Perche poi facendo i conti con la nostra società che non ti dà la precedenza in fila alla cassa del supermercato o non ti fa sedere in metropolitana. Quando raccogli esperienze come queste capisci che nel 2023 tanti valori non sono più importanti per le persone. E mi faccio, molto tristemente qualche domanda. 

Capisco Giulia che tornata a casa per quanto rassegnato si sentisse forte di lasciare tutto e crescere da sola il suo bambino. Perché noi madri per i nostri piccoli vogliamo il meglio e un padre così non avrebbe potuto esserlo. L’unica magra consolazione è in questa assurda morte i due angeli nono sono stati separati. 

 

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Tags : alessandro Impagnatiellofemminicidiogiulia tramontano
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