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Condivido con voi la mia ricerca sulla Cattedrale di Cremona elaborata fatto per l’università di Pavia. Ci ho lavorato molto e non può rimanere un documento d’archivio solo mio e di pochi eletti. Quindi ho scelto di condividerlo con voi per aprirvi orizzonti sulle bellezze che arricchiscono il nostro territorio. 

Il Duomo di Cremona anche conosciuto come cattedrale di S. Maria Assunta è l’emblema della città. Alcuni l’hanno definita la Cappella Sistina della Bassa Padana.

Inizialmente volevo sorvolare l’oceano scegliendo come tema di questo elaborato il Metropolitan Museum, un luogo del cuore che ho avuto modo di visitare diverse volte durante il mio percorso professionale. Una delle mie aree preferite è quella della pittura europea dal 1250 all’1800 in cui si trova il bozzetto in gesso di Amore e Psiche del Canova.

Seguendo le lezioni del corso, invece, ho realizzato quanta bellezza ci sia nella mia città. Spesso alzando la testa non prendiamo del tutto consapevolezza di quanto sia maestosa la città all’ombra del Torrazzo. Viene così data per scontata la bellezza dei tantissimi palazzi; alcuni dei quali ho avuto modo di scoprire di recente durante l’ultima edizione dell’Art Week.

Pertanto ho deciso di supportare il mio territorio, facendo ricerche e approfondendo quanto già sapevo sulle origini del Duomo di Cremona. Perchè è incredibile il fatto che ho viaggiato in lungo e in largo per il mondo ma fino all’estate scorsa, quando sono stata costretta a fermarmi, non sapessi che il nostro Duomo è anche conosciuto come la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Questo mi ha fatto riflettere su quanto poco io conosca il luogo in cui vivo. Scopriamolo insieme…

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mappa antica di Cremona – ph source web

 

DALLE SPONDE DEL FIUME

Quelli che dicono che a Cremona non c’è niente lo fanno un po’ per paritito preso, un po’ perché non sanno davvero rilevare la bellezza. Sono punti di vista differenti quelli dei grandi maestri che hanno trattato il tema del restauro e della conservazione dei beni culturali. Forse siamo molto lontani dal concetto di arte e perfezione di Winckelmann (come per le opere neoclassiciste di Canova) ma se ci fermiamo ad esplorare tra le stratificazioni del tempo potremo scorgere tantissime sfaccettature.

E il tema della naturalezza con la quale Felice Giuseppe Vertua, vedutista cremonese di fine ottocento, racconta gli scorci della nostra provincia così aprendo larghe vedute anche a noi. Il Torrazzo troneggia in lontananza e ci fa pensare alle similitudini con la panoramica attuale, non serve un occhio troppo attento per accorgersi che tutto è molto cambiato.

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“VEDUTA DI CREMONA DAL PO” – FELICE GIUSEPPE VERTUA CREMONA 1829-1882 dipinto di Cremona vista dalle sponde del fiume museo civico Ala Ponzone

“Fuit ruina Magna” Le origini della storia

 

Si presume che durante le diverse fasi costruttive venisse utilizzata come aggregante per malta e intonaci la sabbia del fiume po. prelevata nei pressi del cantiere.

Si pensa che antecedenti dell’inizio lavori dell’attuale Duomo di Cremona nell’agosto del 1107 sorgessero due chiese distinte: S. Stefano/S.Imerio e S.Maria. Di esse alcuni possibili resti riconducibili a tracce dell’apparato decorativo uno dei quali è situato all’interno della cripta di S. Omobono.

Impattante è la vista della Cattedrale sia all’esterno che al suo interno. Un’ampia navatacon Archi a sesto acuto, sinuosi dettagli e affreschi ci fanno dimenticare che la stessa fosse crollata completamente durante i lavori a causa del sisma del 1117, e che il terremoto del 1122 ne rallentò notevolmente i lavori. Di fatto il progetto originale della cattedrale prevedeva fin dall’inizio due transetti a significare il forte legame con la Chiesa di Roma. Ma il dilungarsi dei lavori fecero giungere ad una svolta strutturale in base al gusto estetico del tempo. Questo sta a giustificare anche la differenza dei materiali usati nelle fondamenta che cambiano al di sotto della pavimentazione. Ciò si può evincere dalla tessitura dei laterizi che dimostrano il cambio di fase costruttiva. In parte poi rivestita, nel XI secolo, di marmo di Carrara e rosso di Verona dalle maestranze campionesi, con al centro un ampio rosone, opera di Giacomo Porrata da Como.

Il terremoto del 3 gennaio 1117 ha interessato profondamente la struttura del monumento, in maniera particolarmente violenta a livello dei capitelli e delle colonne e alla base dei matronei. I capitelli delle colonne dell’aula centrale parzialmente distrutti per far spazio agli attuali capitelli lignei dorati, sono stati realizzati con la stessa arenaria e in continuità con il nucleo centrale ad oggi nascosti dalla pittura di vernice ottocentesca.

Nel 1129 si trovarono le spoglie di S. Imerio sepolte e perdute sotto le macerie e questo comportà un’ulteriore modifica al progetto originario. I lavori terminarono nel 1167 dando inizio a quelli per il Battistero appena adiacente.

STRATIFICAZIONI: LA MATERIA PROVENIENTE DA DIVERSE ZONE DEL NORD ITALIA

Ma se il “collante” di questo emblema cremonese è la sabbia del Po non di minor importanza sono gli elementi che nel corso delle epoche hanno permesso alla nostra Cattedrale di diventare sempre più maestosa. Per elencarne alcuni, la cromia verde nella zona posta tra aula maggiore e transetti “terre verdi” probabilmente provenienti dal monte Baldo.

Rocce di Trachite utilizzate anche per il campanile (perché di maggior durevolezza) provenienti dai Colli Euganei(Padova), il granito di Montorfano (Como), il marmo proveniente dalla Montagnola Senese per le tre statute (un tempo colorate) dei santi: Imerio, Omobono e la Vergine attrubite a Marco Romano.

I due Leoni collocati su un basamento di calcare ammonitico rosato sono costruiti in areanaria come gran parte della struttura. Nel corso del XIII e XIV secolo si preferì utilizzare l’ammonitico veronese in rosso, rosato e bianco. Nel 1800 invece si preferì utilizzare il Biancone e il marmo di Candoglia (Val d’Ossola).

E’ plausibile che siano gli agenti atmosferici i primi responsabili di alterazioni e quindi sostituzioni dei singoli elementi di arenaria.

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Il Torrazzo, il campanile Mediovale in laterizzi più alto d’Europa

Il DUOMO DI CREMONA: Culla di ricchezze artistico storiche

La Cattedrale di Cremona è un miscuglio di diversi stili. La base è quello romanico in seguito riadattato con l’aggiunta di elmenti in gotico lombardo, rinascimentali e barocchi. Alcuni l’hanno definita il monumento più ricco dal punto di vista storico-artistico dell’intera Lombardia anche per le numerose opere di alta orificeria al suo interno. Come ad esempio la Grande Croce esemplare del quattrocento, per molto tempo rimasta nascosta in sagrestia. Ora esposta al Museo Diocesano, è un opera alta circa 2 metri realizzata in oro e argento con più di 1000 diversi elementi e 160 statuine. 

Sappiamo da un’epigrafe che la fondazione della chiesa è avvenuta il 26 agosto del 1107. E’ un’epigrafe medioevale all’interno delle zone comuni dedicate ai sacerdoti. 

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epigrafe fondazione Duomo di Cremona – Ph source museo Diocesano

Ancora ad oggi le strutture architettoniche conservano l’impostazione originaria dei XII secolo, un maestoso edifico a croce latina il cui corpo lungitudinale è diviso in tre navate, scandite dai pilastri dei quali solo uno ad oggi mantiene l’aspetto originario, mentre gli altri sono nascosti da pitture ottocentesche.

Si conservano tracce solo frammentarie della decorazione scultorea interna probalbilmente realizzata da due differeti mani di maestranze. Nella navata maggiore sono coperte da volte a crociera, a sesto acuto, impostate nel secolo XIV al posto delle originarie volte romaniche.

I dipinti su tela nella maggioranza dei casi ad olio può annoverare tra i maestri il ben noto Pordenone il non meno conosciuto Boccaccino, il Romanino e i Campi, Giulio e Antonio. La distinzione tra i due pittori non risulta sempre facile e questo ha messo a dura prova i lavori di restauro. E’ stato fatto un lavoro di fino perché causa umidità non è facile mantenerne la conservazione e per farlo bisogna saper riconoscere i materiali. Ed è proprio la scelta dei materiali che contraddistingue parte dello stile delle mestranze. Sappiamo così che Boccaccino ha utilizzato una calce proveniente dalla Val d’Arda con grossolana sabbia del Po.

Gli interventi rinascimentali riguardano soprattutto la parte superiore della facciata; Alberto Maffiolo da Carrara, verso la fine del quattrocento vi innalza un attico con quattro nicchie dedite alle statue dei Santi: Imerio, Paolo, Pietro Esorcista e Marcellino, scolpite da Giovanni Pietro da Rho, poco più tardi agli inizi del cinquecento.

Al termine del transetto sinistro l’altare di san Rocco con le opere del pittore barocco il Genovesino (metà del 1600) realizzata come ex voto dopo la peste. L’immagine stata scelta come simbolo per gli esercizi dei vescovi lombardi dopo il Covid.

Il restauro del Duomo di Cremona

Molto importante sia ai fini di restauro che conservativi è conoscere bene la tecnica di esecuzione dei pigmenti usati perché permettono di evitare danni al dipinto. E nel ciclo cinquecentesco le finiture a secco sono evidentissime in Altobello Melone come sul Pordenone. Quest’ultimo era definito “pictor modernus” e i suoi affreschi sembravano quasi bassorilievi.

Mentre per affrescare le decorazioni architettoniche il Boccaccino esegue per diverse giornate le incisioni in profondità, spesso con l’ausilio di strumenti geometrici, mentre Giovan Francesco Bembo utilizza un’incisione più sottile, cosicché la separazione tra i diversi pigmenti sia più lieve. Altobello Melone affresca con potenza i personaggi, mentre la sua mano sfuma con la tecnica a secco chiudendo le scene con i paesaggi.

Il Romanino ha dimostrato di essere fortemente padrone di questa tecnica, valorizzando la sua opera con tratti semplici ma con effetti evidenti, tipici delle “acqueforti”.

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il duomo di Cremona – affreschi interni Boccaccio Boccaccino

DUOMO DI CREMONA: INTERVENTO DI MESSA A NORMA

Nel 1995 si è reso necessario un intervento di conservazione dei parametri in cotto del campanile a cuasa dei ripetuti distacchi con conseguenti cadute di parti che mettevano a rischio l’incolumità dei passanti. Un intervento in parte coordinato dal professor Amedeo Bellini commissionato dalla curia al Politecnico di Milano. Lo scopo di questo intervento è stato di preservare il più a lungo possibile, garantendo la messa in sicurezza. Questo è stato possibile anche grazie all’ausilio di nuove tecnologie sia come strumento statistico che operativo sul campo.

il primo step, per quanto riguarda il Torrazzo e il resto dell’edificio è stato quello di identificare i punti deboli e quali le risorse residue della struttura in modo da poter elaborare una soluzione progettuale il più efficace possibile.

Quindi dopo un’attenta ricerca, studio di documentazione per poi procedere in termini conoscitivo analitici, rilievi e misurazioni fino ad arrivare alla fase diagnostica. Dopo varie prove e interventi di consolidamento hanno permesso di riportare il Duomo di Cremona nei parametri imposti dalla normativa.

Stessa cosa vale per l’intervento di consolidazione strutturale del 2007 eseguito da Lorenzo Jurina con una scrupolosa tecnica che in parole povere possiamo riassumere come uno scheletro in acciaio non invasivo all’occhio di chi guarda, in grado di sorreggere la struttura medioevale e di proteggere l’edificio da eventuali catastrofi e intemperie.

Conclusioni personali e fonti bibliografiche

La storia del Duomo di Cremona è una realtà ancora del tutto attuale in quanto ci emoziona viverne la piazza circostante con le opere che lo compognono e lo rendono il nostro simbolo cittadino. Tuttavia si potrebbe parlare ad oltranza delle sue evoluzioni artistico-culturali nel corso delle epoche. Banalmente potrebbe sembrare un collage di differenti stili artistici ed è questo il motivo che mi ha spinto a studiarlo ed elaborare una ricerca nel tempo di questo puzzle di diverse tecniche e maestrie racchiuse in un unico contesto monumentale.

Penso che sia un buon esempio di stratificazioni ma anche di conservazione in quanto le tracce delle origini sono ancora visibili al suo interno, nelle fondamenta e non solo. Sono certa di aver sforato i 4000 caratteri e di aver tralasciato parte del percorso che avrei voluto evidenziare ma ci ho messo il cuore.

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FONTI BIBLIOGRAFICHE:

Arte Lignaria a Cremona – a cura di Luisa Bandera e Andrea Foglia

Guida al Duomo di Cremona

Cattedrale di Cremona – i restauri degli ultimi 20 anni a cura di Achille Bonazzi

La Grande Croce del duomo di Cremona – storia e restauro a cura di Loretta Dolcini

Cantiere Medioevale – Cattedrale di Cremona a cura di Arturo Canzona

La Cattedrale di Cremona: storia, evoluzione e simbologia di un edificio romanico a cura di Cristiao Zanetti

Pittura a Cremona dal Romanico al Settecento, a cura di Mina Gregori, Cariplo

// A CURA DI ELISABETTA BERTOLINI //

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