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Siamo nel 1606 e le regole figurative imposte dal Concilio di Trento sono severissime. Gli artisti devono attenersi prima di tutto al decoro della resa figurativa e ad una linea narrativa il più possibile verosimile alla tradizione religiosa.

I frati di Santa Maria in Trastevere commissionano, nel 1601, una pala d’altare ad uno dei più noti artisti contemporanei dell’epoca: Michelangelo Merisi a detta di tutti “il Caravaggio”.  Il quale essendo in un periodo professionale che noi millennials definiremmo “full” consegna il lavoro solo cinque anni più tardi. Nel 1606 la committenza ecclesiastica visiona l’opera e la rifiuta; due sono le ragioni principali.

“La morte della Vergine” l’opera di Caravaggio destinata a S.Maria in Trastevere rifiutata dalla committenza

Morte della vergine” Caravaggio 1606 opera rifiutata dalla committenza religiosa perchè priva di decoro, in quanto si vociferava che la Vergine Maria fosse tratta dal modello una donna gonfia perché morta annegata e ripescata dal Tevere; forse una prostituta. La posa della Vergine  non poteva vertere in una maniera scomposta perché doveva (da tradizione) rappresentare un passaggio; quello dell’assunzione in cielo.  Attorno ad essa gli apostoli e Maddalena troppo addolorati per un passaggio miracoloso e ultraterreno.

La Vergine Maria doveva essere vista dal fedele, appunto come uno spirito ultraterreno che ricongiungeva alla Sacra Famiglia. I paletti dati dal Concilio di Trento non potevano permettere una resa figurativa priva di decoro come questa; posa scomposta e capelli spettinati.

L’opera, dopo il rifiuto della committenza ecclesiastica, fu comunque acquistata da Vincenzo I Gonzaga sotto suggerimento di Pietro Paolo Rubens: pittore fiammingo.

Ad oggi, come gran parte del nostro patrimonio nazionale è custodita al Museo del Louvre.

Morte della vergine Caravaggio
Morte della Vergine – Michelangelo Merisi in arte Caravaggio – attualmente conservata al museo del Louvre

Carlo Saraceni artista Veneziano conquista la committenza: l’opera prenderà il nome “Il transito della Vergine”

L’opera scelta per la pala d’altare di S.Maria in Trastevere fu invece questa, di un seguace di Caravaggio; il venenziano Carlo Saraceni. Rinominata “Transito della Vergine” l’iconografia è senza dubbio meno stravagante di quella realista e dalla resa figurativa ricca di prostrazione del Caravaggio. Probabilmente perché Saraceni non poteva permettersi di deludere la committenza.

Caravaggio era notoriamente conosciuto per la sua arte figurativa totalmente irriverente e molto spesso le sue opere, considerate troppo realistiche, venivano rifiutate. Infatti non fu la prima volta che il Merisi dovette rifare completamente un’opera per compiacere i suoi committenti religiosi.

Il transito della Vergine
Il transito della Vergine – Carlo Saraceni

CARAVAGGIO E IL FRUTTO DELLA SUA ARTE INNOVATIVA

Caravaggio artista incompreso o innovatore d’ immagini?

Ricordiamo che l’artista si distingueva dai contemporanei tardo-manieristi per la sua tecnica di pittura direttamente su tela bypassando il disegno preliminare. Questo è citato in diverse note biografiche. La sua arte del tutto innovativa consisteva non solo nella copia dal vero di modelli ma anche in uno studio molto specifico delle luci utilizzando una camera oscura di sua realizzazione presso il suo laboratorio.

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Elisabetta Bertolini

The author Elisabetta Bertolini

Nata a Cremona nel 1987, Elisabetta Carlotta Bertolini è una blogger e influencer appassionata e fantasiosa, sempre attenta alle ultime tendenze della moda. Diplomata al liceo artistico, alterna la sua vita da blogger fashionista a quella di dolce mamma della piccola Gaia. Il suo blog nasce nel 2013, esattamente il 27 marzo, e in soli due anni si afferma come uno dei più seguiti a livello nazionale e internazionale.

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