Sono stati due giorni intensi. Un cocktail esplosivo di emozioni, tra vacanza e lavoro, assieme ad un gruppo davvero speciale. Siamo partiti in cinque. Io, Raffaella Catania, Claudio Falanga, Chiara Carolei, Sarah Scaparone e l’organizzatrice Federica De Luca. Colei che, come vi anticipavo su instagram, ha messo insieme cinque teste così differenti tra loro ma piene di curiosità. Tutti alla scoperta di questa Svizzera, piena di tante opportunità e di luoghi da cartolina da immortalare, non solo dentro ad una macchina fotografica ma anche nel cuore.
Ieri, ancora con il buio ed una pioggerella fitta ma sottile, siamo partiti da Milano Centrale. Io, come il mio solito non avevo letto il programma di viaggio. Un po’ perché, mi conoscete. Sono distratta. Un po’ perché non volevo vivermi tutto come una grande sorpresa e così è stato. Devo ammettere che ad ora, la prima parte del viaggio mi ha lasciato spesso esterrefatta. Perché, come avrete potuto leggere dal titolo di questo post, il mondo dall’alto; a 3500 metri prende un’altra piega.
Dopo un lungo viaggio in treno e diversi cambi, di una puntualità, bisogna proprio dirlo: svizzera. Siamo arrivati da Interlaken, costeggiando i due splendidi laghi (Thunersee e Brienzersee), fino a Wengen. Dove abbiamo depositato i bagagli all’Hotel Regina e, senza neppure scendere dai binari ci siamo addentrati tra le montagne più alte fino al Top of Europe nella regione della Jungfrau, uno patrimoni mondiali riconosciuti dall’Unesco.
In una fortunata giornata di sole, abbiamo camminato sulla cima dello Jungfraujoch, in una distesa di neve stupefacente, al cui apice regna sovrana croce bianca su sfondo rosso emblema della bandiera svizzera. Trovarsi lì a 3.454 metri d’altezza ti fa capire che Jungfraujoch è uno dei posti da vedere almeno una volta nella vita. Quel senso di serenità e di felicità che ho provato in quei lunghi attimi mi hanno lasciato un ricordo che custodirò gelosamente nella mia testa. Il sorriso sulla faccia dei miei compagni di viaggio e collaboratori mi ha subito fatto capire che non ero la sola a pensarla così.
Oltre alla vista spettacolare, tra neve e panorami mozzafiato. Sphinx è l’osservatorio, ovvero la parte più alta in assoluto a 3,571m sopra il livello del mare. Aperto tutti i giorni dell’anno per regalare ai turisti un esperienza da vivere senza limiti di tempo. Jungfraujoch offre anche la possibilità di pranzare a base di specialità tipiche della cucina svizzera e di visitare il Palazzo di Ghiaccio tra caverne, cubicoli e statue completamente fatte di ghiaccio. La soddisfazione di scoprire che non necessariamente il ghiaccio sotto i piedi ti farà scivolare è uno dei punti di forza per poter inconsciamente rafforzare la nostra autostima. Sempre nella parte più sotterranea della Jungfraujoch, da non perdere la Alpine Sensation una riproduzione all’insegna della Jungfrau Railway e della sua straordinaria storia nonché i lavori di costruzione degli operai, fino a 300 persone vissero temporaneamente per costruire il tratto Jungfrau-Jungraujoch.
007 LA SCENEGGIATURA CHE DIVENTO’ REALTA’
Durante la nostra seconda giornata, abbiamo viaggiato in funicolare, nella direzione opposta al Jungfraujoch, a tre stati di altitudine. La prima tappa è stato il piccolo ma caratteristico villaggio di Murren, e poi sempre più su in funicolare fino a Birg per poi arrivare a Schilthorn, dove abbiamo mangiato nella costruzione del Piz Gloria. Un edificio, comprensivo di ristorante girevole assolutamente panoramico. In questo contesto fu girato nel 1968 uno degli episodi del film James Bond 007 (titolato:”Al servizio segreto di sua Maestà”). La curiosità sull’edificio è proprio il fatto che inizialmente per completare il progetto mancavano i fondi, ma grazie alla collaborazione tra il patrimonio svizzero e il cinema ora Piz Gloria è una delle attrazioni più belle e caratteristiche della Jungfrau Region. Proprio al suo interno sorge un incredibile museo interattivo, un bar a buffet ed un negozio di souvenir.
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