Oggi non sono in forma. Vorrei parlare con qualcuno ma non so da che parte iniziare a mettere insieme i pezzi invisibili delle mie preoccupazioni. Un puzzle della vita che assomiglia più che altro ad uno specchio rotto; puoi ferirti prendendo in mano i vari frammenti. Questo 2020 doveva essere un anno spettacolare, quello della rinascita, del futuro, dei nuovi progetti e stavo lavorando su me stessa per cercare di essere un esempio per gli altri.
“Benvenuti nei mitici anni venti !!!!! ” Ben cinque punti esclamativi ci ha messo mio padre per augurare buon inizio dell’anno a tutti i suoi contatti su Facebook. Ne sarebbe bastato uno, nessuno di noi tra le tante aspettative e desideri sapeva che stavamo per iniziare a scrivere un lungo capitolo della nostra vita. Un capitolo inaspettato, dettato dalla vita e non dalle nostre decisioni. Uno di quegli scritti che avrebbe messo in difficoltà anche il migliore dei life coach che ha portato veramente morte e carestia come si cita nella profezia di San Giovanni nel finale della Bibbia. Non sono credente, ma ho studiato Religione e ho portato a termine quasi tutti i sacramenti; mi manca l’ultimo quello dell’estrema unzione. Non credo neppure che sia più necessario visto che in molti sono morti senza poterne beneficiare.
Cavalieri dell’apocalisse a distruggere le aspettative di questi mitici anni 20
I quattro cavalieri dell’Apocalisse, il primo indossa una Corona ed è in sella ad un cavallo bianco, un contrasto che determina un controsenso. Dicono che questo Cavaliere rappresenti la Pestilenza, il colore bianco è la malattia e la corna è la morte che regna sovrana. Il secondo Cavaliere è la Guerra, cavalcando un destriero rosso come il sangue e non ha bisogno di molte spiegazioni. Conosciamo tutti la guerra ma nessuno di noi ne ha mai assaggiato il vero sapore. L’abbiamo studiata sui libri di storia, l’abbiamo vista in televisione ma non pensavamo mai di trovarci dentro ad essa. Poi il Cavaliere della Carestia, povertà, disagio su un cavallo nero come il buio e la notte che nascondono e sottraggono prima ai poveri e poi a tutti gli altri. E prepara l’arrivo al Cavaliere chiamato Morte, in sella ad un cavallo verdastro, un esemplare mai visto ed inimmaginato le cui sfumature ricordano il colore pallido che prendono i cadaveri quando inizia a non coagulare più il sangue nelle vene. E’ quello che più fa paura?
Quindi quello che mi chiedo oggi è, se sono i migliori ad andare via, lottando e nella solitudine, separati dalle famiglia e dal gregge come anime pure, quelli che resteranno per vedere il peggio siamo noi che non meritiamo la morte ma dobbiamo assistere al supplizio fino all’ultimo minuto? Io inizio a non sopportare il rumore, gli ingranaggi dei miei pensieri e dei miei sogni strani. Quei sogni che mi impediscono di riposare anche se effettivamente sto dormendo.
Oggi sono triste e non mi salva neppure la tv in sottofondo con uno di quegli squallidi programmi privi di contenuti che però hanno il potere di farci svagare. In tv passano le immagini di “Too Hot to Handle” ma è solo apatia, negli occhi e nell’animo. Quello che mi viene da pensare è: “Siamo alla fine dell’inizio o all’inizio della fine?”
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